
Lo stand progettato per WeNeedWeed a Mary Jane 2025 definisce un nuovo equilibrio tra identità visiva, modularità e funzione espositiva.
Grafica come struttura: lo stand diventa manifesto
Il nuovo stand è concepito come un sistema narrativo compatto, in cui ogni parete diventa superficie attiva. Le illustrazioni, pensate per seguire le geometrie dello spazio, non decorano ma raccontano: sono parte integrante della struttura e della comunicazione visiva.
La grafica definisce l’identità del brand in modo chiaro e diretto. L’insegna “WENEED” emerge come logotipo tridimensionale, mentre i disegni avvolgono lo stand in un paesaggio visivo coerente e immediatamente riconoscibile.
Uno spazio modulare, funzionale e vivo
Il layout dello stand è suddiviso in due zone principali, pensate per supportare flussi diversi. La parte sinistra accoglie i visitatori, con pareti attrezzate che funzionano anche da storage nascosto, ottimizzando ogni centimetro dello spazio disponibile. Al centro, nicchie espositive mostrano i prodotti in modo ordinato e intuitivo.
A destra, una zona più raccolta offre uno spazio dedicato all’incontro riservato e alla conversazione. Le sedute e i banconi in cartone confermano la coerenza materica e funzionale del progetto, che resta fedele alla filosofia modulare originaria, arricchendosi di nuovi elementi di identità visiva.
Architettura circolare: design che continua oltre l’evento
I materiali scelti parlano la lingua del riuso e della leggerezza: cartone ondulato ignifugo e tubolari full black, trattati con taglio industriale e stampa diretta, poi assemblati manualmente per garantire precisione e unicità.
Questo tipo di costruzione non solo permette velocità di montaggio e smontaggio, ma risponde perfettamente alle esigenze itineranti di un brand che si muove tra eventi, fiere e contesti espositivi diversi. Ogni elemento è ripensato per durare, essere riutilizzato, adattato, senza mai perdere forza comunicativa.
Un’identità visiva chiara, costruita con coerenza
Lo stand WeNeedWeed è una dichiarazione d’intenti: un progetto che gioca con l’identità, la esagera, la traduce in un ambiente accessibile, ironico, diretto.
In un settore dove il racconto è spesso legato alla cultura visiva alternativa e indipendente, questo allestimento trova la sua cifra nella leggerezza intelligente: tutto è pensato, ma nulla è rigido. Lo spazio invita alla sosta, alla chiacchiera, all’interazione, senza mai sacrificare la coerenza visiva.